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Il vino rosso viene prodotto facendo fermentare il succo insieme alle bucce delle uve a bacca nera, mentre il vino bianco si ottiene principalmente da uve a bacca bianca (o da uve nere se il succo viene separato subito dalle bucce). Il rosato, invece, nasce da un breve contatto tra succo e bucce, che gli conferisce una leggera colorazione.
Il processo di vinificazione comprende diverse fasi: vendemmia (la raccolta delle uve), pigiatura, fermentazione (trasformazione degli zuccheri in alcol), chiarificazione, maturazione/affinamento e infine imbottigliamento.
Queste sigle indicano la qualità e l’origine geografica del vino. DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) garantiscono standard qualitativi elevati; IGT (Indicazione Geografica Tipica) offre maggiore flessibilità nella produzione; mentre DOP (Denominazione di Origine Protetta) è la controparte europea della DOC.
Per preservare al meglio le caratteristiche del vino, è consigliabile conservarlo in posizione orizzontale in un luogo fresco (tra 11°C e 15°C), al riparo dalla luce diretta e dalle vibrazioni, con un’umidità moderata per mantenere il tappo umido.
I vini rossi si gustano meglio a temperature leggermente superiori alla “stanza fresca” (circa 16–18°C), mentre i vini bianchi e rosati andrebbero serviti più freschi (8–12°C). Gli spumanti, infine, si servono generalmente ben freddi, intorno ai 6–8°C.
I tannini sono composti presenti nelle bucce, nei semi e nei raspi delle uve. Conferiscono struttura, astringenza e capacità di invecchiamento ai vini rossi, contribuendo alla complessità aromatica e al gusto finale.
L’invecchiamento è il periodo in cui il vino matura, sviluppando aromi e una maggiore complessità, spesso in legno o in serbatoi. L’affinamento, invece, avviene in bottiglia e permette al vino di evolversi ulteriormente fino al momento del consumo.
In generale, vini bianchi leggeri e freschi si sposano bene con piatti a base di pesce, verdure e carni bianche, mentre vini rossi strutturati sono ideali per carni rosse, formaggi stagionati e piatti robusti. L’abbinamento dipende anche dall’intensità aromatica sia del cibo sia del vino.
Nel metodo classico (o champenoise) la rifermentazione avviene in bottiglia, mentre nel metodo Charmat la fermentazione secondaria avviene in grandi autoclavi, garantendo spumanti più freschi e aromatici con tempi di produzione più brevi.
Queste diciture indicano che il vino è stato prodotto seguendo standard qualitativi più elevati: “Riserva” spesso sottintende un invecchiamento più lungo, mentre “Superiore” si riferisce a vinificazioni con rendimenti più contenuti e titoli alcolometrici o qualitative maggiori, come stabilito dai disciplinari.